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Le pregiate viti del Garda

Tra Lugana, Valtènesi e colline moreniche: dove i vitigni campeggiano sul lago

I segreti terroirs d’una delle più amate destinazioni enologiche al mondo

35mila ettari votati alla coltivazione della vite, ben 10 denominazioni storiche e una tradizione che affonda nel mito: tutto questo è cifra dell’eccellenza vitivinicola gardesana, un tesoro di attenzioni e terra buona che fa scuola da sempre. Il segreto? Un sottosuolo unico e il perfetto governo della luce. È così che nascono le prestigiose etichette benacensi, dal Lugana all’Amarone, passando per Chiaretto, Custoza, Groppello o Marzemino. Un’esperienza olfattiva e di gusto, quella dei vini gardesani, che proietta subito alle dolci sere d’estate, un lucido e fresco calice nella mano, mentre lo sguardo indaga l’infinito orizzonte.

 

Sul Garda il più antico aratro del mondo: allignava viti oltre 4mila anni fa

I brindisi preferiti degli etruschi, dell’imperatore Augusto e di Giosuè Carducci

Veduta del lago di Garda in Italia con le sponde coltivate a vitignoI viticoltori hanno contribuito nei secoli a tracciare i contorni degli antichi poderi e le sinuose calli sterrate, delimitare pievi e borghi, intessere vita e lavoro su e giù per le morbide colline che guardano il Benaco, addormentate nel torpore mediterraneo. Una sintesi fraterna che prosegue da millenni, la loro, come testimonia lo straordinario reperto affiorato mezzo secolo fa tra i sostegni di una palafitta. Nel Lavagnone, la piccola conca glaciale alle spalle di Desenzano, è infatti stato ritrovato il più antico aratro esistente, un manufatto preistorico che racconta lo stretto legame dell’uomo con la coltivazione della vite.

Vennero poi gli Etruschi, nobile popolo dell’Italia antica, galli Cenomani, Reti e Romani. E sempre la vite fu oggetto di culto e d’amore. Ne parlava già Catone il censore tra il terzo e quarto secolo prima di Cristo: tesseva le lodi di quel “vinum raetico” che solo l’entroterra gardesano poteva produrre. Raffinati bianchi che non dovevano mancare sulla tavola di Giulio Cesare o rossi vigorosi di cui si pregiavano i banchetti dell’imperatore Augusto. Ma tanti altri negli ultimi due millenni hanno celebrato il raffinato frutto dei sontuosi grappoli d’uva scaldati al sole del Garda.

 

Tre aree dove la vite cresce maestosa sotto il cielo d’Italia

 

Mano che versa vino rosso italiano ad una tavolata di campagna sul lago di GardaRaffinato Lugana

Morbidamente adagiata tra le tre province di Brescia e Verona, la zona del Lugana corre lungo la piana d’origine morenica a meridione del lago, ove in tempi remoti era nota l’antica “Selva lucana”. Alcuni vinaccioli risalenti all’età del bronzo sono prova della sua vocazione che, attraverso il succedersi dei popoli e della tecnica, ha prediletto e perfezionato la coltura della vite. Il microclima temperato dal Garda l’ha resa culla di cultivar d’eccezione, di robuste radici affondate nelle argille calcaree, ricche di sali minerali. Duro in tempi di siccità e fangoso alle prime piogge, è un territorio che ha insegnato il valore del sacrifico e della cura, restituendo prodotti d’eccellenza.

Morbida Valténesi

A sud-ovest del lago, rari borghi ed eleganti dimore custodiscono filari di vite su floride balze. Corrono fra odorose piante di gelsomino, osmanto, glicine o caprifoglio, mentre non lontano gorgogliano sommessi i ruscelli. Le bacche blu violetto dei suoi vitigni, già cari agli etruschi, generano il nettare rubino del Groppello, col suo aroma lievemente fruttato e speziato. Autoctone per eccellenza, le sue viti sono delicate e fragili, bisognose di cure esperte e solerti, gesti amorevoli di quotidiana dedizione.

Antiche colline moreniche

Altrettanto antiche sono le colture dei colli che dal basso Garda insinuano nel mantovano. La loro morfologia unica è memoria impressa al paesaggio dal ghiacciaio che, ritirandosi e avanzando, la modellò all’epoca delle più remote glaciazioni. Rocce, sassi, argilla e limi si depositarono allora mutando nel tempo in soffici rilievi e arrendevoli depressioni, dove l’acqua sorgiva generò terra scura e feconda.

Furono i romani a introdurvi l’arte vitivinicola, che perdurò nell’alto medioevo grazie all’opera attenta dei monaci. Fattasi orgoglio delle famiglie più nobili, dai Gonzaga ai Della Scala, tornarono al sole del Garda le bacche bianche del delicato Custoza o l’aromatico Trebbiano. Punteggiate di castelli e rovine, sono queste terre di contese e battaglie che oggi riposano sotto coltri di carpini, querce e ginepri. Cornice perfetta alle foglie di vite che cingono i lunghi sostegni in teneri abbracci.

 

Foglie di vite: fin dall’antichità un prezioso segreto di benessere

Veduta della sponda veronese del Lago di Garda da un rilievo alpino

 

Dalla pianta della vita benefici di vitalità

Morbide e vellutate al dorso, sono robuste e innervate sul lato inferiore, le foglie di vite, così da offrirsi pienamente al sole. Caparbie, tenaci, mutevoli alle stagioni e d’elegante disegno, guidano la pianta alla sua crescita, ne forgiano la forma. La consacrano ad arboscello simbolo di vita e di benessere come è stato fin dalle origini. A confermarlo, i geroglifici egizi e i recipienti cretesi, i mattoni di Babilonia o i segreti culti romani: la foglia di vite è davvero preziosa quanto il frutto, e ne sono noti da sempre gli innumerevoli benefici per la salute.

La vite è un rampicante dall’andamento irregolare, che senza l’intervento dell’uomo si sviluppa in altezza anche per svariati metri, un incredibile laboratorio bio-chimico che restituisce dall’acqua e l’anidride carbonica, la zuccherina dolcezza dell’uva. Già per i Sumeri questa “erba della vita”, era associata a immortalità ed eterna giovinezza. Oggi la scienza dà loro ragione: le foglie hanno conclamate proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, operano inoltre come vasoprotettrici.

Le foglie di vite si caratterizzano per un’elevatissima concentrazione di polifenoli e bioflavonoidi che, con altri principi attivi contenuti nella “vitis vinifera”, sono grandi alleati del microcircolo e un fondamentale aiuto all’azione anticellulite. Combattono, in più, edemi e ritenzione idrica.

 


In autunno l’acme dei benefici per la pelle

Crema siero viso prodotto di Secretum Gardae accanto a foglie di viteSecretum Gardae affianca avanzate competenze chimico-formulative alla profonda conoscenza della natura, al suo rispetto, e ai preziosi segreti di bellezza che tramanda. Per questo sappiamo che l’autunno è il momento migliore per raccogliere e lavorare le foglie della vite. E sempre per questo abbiamo indagato con attenzione gli arbusti delle migliori colture biologiche del Garda per offrire ai nostri clienti il meglio che questa magnifica terra può donare.

È tra ottobre e novembre (quando i filari di vite si tingono di color mogano) che i principi attivi contenuti nelle foglie raggiungono il massimo della concentrazione: un segreto che i nostri antenati conoscevano bene. È allora che le vitamine del gruppo B, C ed E forniranno il massimo dell’azione antinvecchiamento, mentre magnesio, potassio e ferro doneranno alla pelle effetti ossigenanti e antiossidanti.

AQUA V, l’eccezionale siero idratante e levigante di Secretum Gardae, offre la geniale combinazione di 5 differenti pesi di acido ialuronico: una soluzione unica che sposa la più innovativa ingegneria cosmetica. Il suo eccezionale equilibrio viene arricchito dal profondo connubio finale proprio con gli estratti di vite e ninfea del Garda.