Passeggiare in una natura d’arte: anche in questo la bellezza del Garda
Il fascino del bosco e la suggestione dell’arte tra roccia e infinito
Mai stupire delle possibilità donate dal Benaco: le sue acque lambiscono infinite e segrete meraviglie e, fuor di esse, ogni colore della gioia è a portata di mano (e zampe). Policromi di natura punteggiati di storia e opere d’arte emozionali v’attendono per le più poetiche e indimenticabili tra passeggiate. E lui, devoto compagno, è pronto a corrervi a fianco nell’intrico selvoso di sentieri e percorsi sempre sicuri, coinvolgenti ed eccitanti. Non vorrete lasciarlo a casa?
Tre aree dell’amato lago per tre cammini adatti ad ogni età o abitudine. Per isolarsi nell’incanto senza tempo. Per una giornata in famiglia, tutti, tutti coinvolti.
Il “Bosco dei poeti”: un luogo per la mente dove il corpo respira
Sogni di perduta e lontana memoria
La prima proposta porta a Dolcè, piccolo comune veronese ad est del Garda, nella valle dell’Adige. “Dolcè” porta nel nome tutta l’attrattiva della natura più pura e incontaminata. Già nel XII secolo era infatti noto come “Dolcei” o “Dolcedo”. Derivazioni latine a testimonianza di quel “dolce bosco” di cui purtroppo oggi s’ignora l’antica varietà. Davvero doveva essere un tempo proscenio di natura e suggestioni, questa valle, terra protetta e prospera ch’ebbe ad affascinare più d’un popolo nel lento ticchettio dei secoli. Luogo di sogni e di dei.
Prima, misteriosa testimone della sua magnificenza selvosa: una donna ritrovata al “Riparo Soman”. Era l’età del bronzo quando fu deposta in questa preistorica lunga “tettoia” naturale della roccia. Nessun insediamento è stato ancora scoperto, eppure in quel luminoso “castelliere” al riparo da fiere ed elementi (per certi versi simile ad alcuni villaggi trogloditici sudamericani) braccia amorevoli la affidarono al sonno senza ritorno.
Un percorso che soccorre lo spirito
12 chilometri in 130 ettari di verde profondo a mezz’ora dalla città di Romeo e Giulietta e un quarto d’ora dalla “Baia delle Sirene”. Ma non è tutto. Il Bosco dei poeti prende il nome da componimenti e opere che gli sono stati donati per diventare muti e incantevoli custodi alla sua natura. Poesie e disegni di artisti italiani e internazionali come Alda Merini, Andrea Zanzotto, Patrizia Cavalli, Nanni Balestrini, Maurizio Cattelan, Arturo Schwarz, Nicola De Maria, Luigi Ontani: sono più di un migliaio per oltre 600 firme.
Tra le pietre che si distribuiscono sul selciato erboso ponete attenzione: potreste imbattervi in una poesia appositamente donata Giovanni Paolo II o quell’incisione che riporta un pensiero offerto al Bosco dei poeti dal Dalai Lama.
Ma camminando con l’amico quadrupede sono tante altre le curiosità che potranno colpirvi: inusuali opere d’arte e “stendardi poetici” sono solo alcune di queste. Per i vostri figli tre aule per la didattica e una tettoria per la lettura o i concerti potrebbero essere la pausa perfetta. Con la bella stagione, poi, il bosco accoglie sempre qualche autore, pronto a farvi vedere il “suo” mondo di favola, guidarvi alla scoperta e all’avventura, con i piedi e con la mente.
Con “Ledro Land Art” la pineta si fa studio d’artista
Da 4mila anni il garbo arcano della natura
S’affaccia sul Lago di Garda, il trentino comune di Ledro, ma senza rinunciare al fascino di un secondo lago tutto suo, dal cangiante color turchese. Vive in una valle sospesa Ledro, a 650 metri d’altezza e con un bacino di oltre 2mila chilometri quadrati considerato tra i più belli e puliti dell’intera regione. Uno specchio d’acqua che tutto il mondo invidia e che un tempo fu culla e madre alla vita.
Un sito palafitticolo datato 2.200-1350 a.C., rinvenuto per caso nel 1929 sulla sponda orientale del lago, è oggi patrimonio dell’Unesco e sito museale tra i più importanti dell’arco alpino. A pochi metri dalla “capanna sciamanica”, in un villaggio dell’età del bronzo attentamente ricostruito a copia dell’originale, è possibile calarsi nel quotidiano dei nostri progenitori.
Qui potreste utilizzare oggetti, lavorare argilla, cuoio, metalli e persino partecipare a danze preistoriche. Nel vicino museo vi aspettano vasellame, diademi, spilloni, ma anche gomitoli, frammenti di reti, un’antica cintura decorata e una canoa vecchia di 3.600 anni. Per un istante il vostro intero mondo sarà proiettato nel più ancestrale dei passati.
Un parco abitato dall’arte, fatta col parco
Nella “pineta di Pur” lungo il torrente Assat, sulla strada che conduce a “Malga Cita”, si distende la galleria d’arte più inaspettata nel luogo più inusuale. Un polmone verde a pochi passi dal lago di Ledro è “Ledro Land Art”, pronta accogliere voi e il vostro cane in una rilassante e “sovrannaturale” passeggiata.
Il sentiero, pianeggiante e ben ombreggiato, serpeggia tra pini silvestri e alte conifere, lascia vagare le sguardo tra i tronchi e il lungo sottobosco denso di sorprese. Potrete allora scorgere un’infinità di specie endemiche tra piccole piante, arbusti e fiori delicati. Ma il tempo, padrone inesorabile delle selve, ha fuso nella natura anche il lavoro dell’uomo: ecco allora che arte e vegetazione interagiscono in un processo di costante rinnovamento e trasformazione.
Sono decine le opere “site-specific”, per lo più realizzate solo con ciò che il bosco aveva da offrire. Materiali naturali e deperibili che hanno creato enormi creature e strumenti musicanti, scale per il cielo e piccoli ambienti galleggianti a mezz’aria, scimmie grandi come piccoli palazzi e piccoli indizi verso luoghi lontani.
La “Strada del Ponale”, la Grande Guerra e le mountain bike
33 chilometri strappati alla pietra precipitano lo sguardo sul Lago di Garda
Un tragitto ad anello o l’intero percorso, partenza da Riva o dalla Gardesana occidentale, a piedi o in bici: per le su caratteristiche ambientali e storiche la Strada del Ponale è uno dei più suggestivi e apprezzati sentieri europei. Ovviamente pet-friendly.
L’antica strada custodisce ponti aggettanti su piccole gole, gallerie scavate a mano nella roccia, romantici belvedere, aree boschive e vecchi ripari della Prima Guerra. Ma soprattutto è disponibile ad ogni esigenza. Grazie a modeste salite e la possibilità di variare i percorsi, infatti, si offre davvero a tutti, purché preparati ad un’esperienza unica.
Fatta dal commercio, rinata per il turismo
Un tempo era solo “Porto Ponale” e le mulattiere. Non v’era altro collegamento con la civiltà per aree di montagna come la Valle di Ledro, ma anche molti piccoli borghi. Per non parlare della difficoltà affrontata dalle merci che volessero scendere dal trentino all’area Bresciana. E proprio questa spinse un agiato commerciante di Bezzecca ad avviare, nel 1848, la creazione d‘una carrabile scavata nelle pareti a picco sul lago, non ultimo penetrando la pietra in tre gallerie. Dopo che gli anni 90 del secolo scorso portarono al Garda la nuova arteria, in gran parte nello stomaco della montagna, la Strada del Ponale andò in disuso e, solo vent’anni fa, riaprì all’uso turistico, a piedi o in bicicletta.
Largo agli/degli innamorati
Tradizionalmente uno dei posti più appartati e romantici frequentati dagli innamorati rivani, il primo a tesserne le lodi fu l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe che ne fu conquistato, benché non avesse in quell’occasione al suo fianco l’amata Sissi. È uno dei tanti luoghi ricchi di fascino che incontrerete.
A misura di cane
Il sentiero, chiuso da novembre ad aprile, nella sua dimensione più semplice prevede circa tre ore d’escursione e, per essere assolutamente a misura di quattro zampe, vuole che sia da Riva del Garda che nella Valle di Ledro un autobus riaccompagni tutti, Fido compreso, al parcheggio iniziale. Largo e ben segnalato, il percorso è asfaltato per un primo tratto: d’estate è dunque meglio escludere le ore centrali o quelle in cui la pavimentazione abbia assorbito calore. In generale, essendovi poche zone d’ombra, preferite la tarda estate o il primo autunno, scarpe comode, acqua, e tutta l’eccezionalità di una giornata fra lago e cielo.
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