Riconoscimento europeo per le pesche del Garda
A polpa bianca, gialla o nettarine: da duemila anni l’orgoglio della sponda veronese
“Voi sapete poi di quante sorti di persichi sono tra noi e quanto sono facili nel nascere e nel crescere”.
Agostino Gallo ne “Le vinti giornate dell’agricoltura e dei piaceri della villa”
Così l’agronomo più noto del Cinquecento meravigliava dei rigogliosi alberi di pesco del Garda che già Plinio il Vecchio, pochi anni dopo la nascita di Cristo, celebrava come nobili piante nutrici al “pomo della lanuggine”, come nell’antica Roma chiamavano il dolce frutto.
Già ai primi di marzo i peschi del Garda strizzano l’occhio a prati e ruscelli, pronti a trarre, dal sole e dal terreno, fecondo nutrimento. Mentre i rami ancor nudi difettano di foglie, ecco quelli che già preparano gli abiti a festa: un meraviglioso florilegio di rosa cangiante. È il precoce omaggio alle miti stagioni del più grande lago italiano, che si colora così di nuance albicocca pallido, rosa incarnato e confetto. Uno spettacolo che ingentilisce l’anima e predispone il cuore alla gioia. Che anticipa la dolcezza del frutto, i grandi pomi rosso-aranciati per cui la sponda veronese è famosa.
Da Lazise a Castelnuovo del Garda, da Bussolengo a Sant’Ambrogio di Valpolicella, a Pescantina, Pastrengo e Valeggio: le pesche dell’est benacense hanno colore intenso e polpa succosa, un equilibrio perfetto tra grado zuccherino e acidità reso possibile solo grazie alla posizione unica tra calde colline e la quiete temperata del lago.
Frutto di natura preziosa e prodighe cure
Disciplinare di genuina qualità, nel rispetto della natura e del luogo
“A conservare questi arbori, si incalmano sopra i pomi cotogni, o più tosto sopra le mandorle. Ma quando sono maturati, si togliono non pur i rami più alti e nel mezzo quelli che li traversano: ma anco si tronca la verga appresso terra, quando è come il dito grosso; accioché ella faccia prima le radici, avanti che venga alto; lasciando venire in sul ramo, del quale descendono gli altri. (…)”
E ancora:
“Solo poi a ripiantare ogni persico quando non è più di un dito grosso e ponerlo nella fossa per lungo come si fa la vite, avanzando in sul ramo sopra la terra che divenga in verga. Et a questo modo egli durerà lungo tempo per le radici assai, che farà”.
Dal passato, la chiave per il futuro
Per secoli, d’inverno, mani pazienti hanno così intessuto vimini sulle cime dei rami, preservando le gemme dai rigori del freddo. Hanno curato, zappato e concimato, ponderato ogni potatura, abbracciato gli insetti benefici ricusandone i nocivi. Dei peschi hanno indagato tutti i bisogni, benedicendo infine ogni frutto. Per secoli, poi, giunta che fosse l’estate, con saggia esperienza i contadini hanno fatto rassegna delle piante più anziane, prossime alla morte. Trattone un ramoscello, l’hanno quindi innestato sulle giovani, così preservando fino ad oggi l’antico lignaggio.
Tale è la devozione a questa coltura che da sempre le preziose pesche del Garda e di Verona hanno conquistato i più nobili tra gli estimatori di Francia o Germania, prendendo poi le strade di Russia ed estremo Oriente.
Un nuovo, rigidissimo disciplinare, le rende ancor più uniche e preziose
Da quasi cento anni esiste un albo d’onore delle aziende peschicole veronesi. Ma le pesche di Verona hanno conosciuto nel secolo scorso anche mostre ed esposizioni internazionali, premi e saloni, riconoscimenti e presìdi. Oggi la pesca di Verona IGP, disciplinata in 22 specifiche varietà, rappresenta uno dei primi prodotti frutticoli veneti cui il Ministero ha concesso l’importante indicazione geografica protetta per storicità e qualità.
Un riconoscimento che fa delle “belle voluminose pesche spiccatoie e poscia duracine” il prezioso prodotto che, con marmellate e confetture, onora le tavole più blasonate del continente.
“Trattasi di un sistema di coltura invalso da secoli (…) con esso si mantiene ognora prospera, proficua e vantata la coltivazione del prezioso frutto” si leggeva sulle pagine de “La provincia di Verona” che, nel 1904, annunciava la decisione di dar meritato lustro al frutto locale. Lo stesso che oggi, per poter vantare nobile e certificata provenienza, deve attenersi a precise caratteristiche di forma, colore, consistenza e gusto, ma anche preciso indice di maturità e comprovata origine. Sono 17 i comuni in cui ne è consentita la lavorazione, un processo produttivo che osserva dettagliato e documentato rigore. Pochi produttori iscritti in appositi registri e le pesche coltivate nei loro appezzamenti possono godere del marchio IGP.
Sistemi d’impianto, tecniche di potatura invernale, grado d’illuminazione e arieggiamento d’ogni parte della chioma, ma anche diradamento manuale dei frutti, inerbimento controllato del terreno, equilibrio idrico: tutto questo, unito a difese antiparassitarie di tecnica antica, bassa densità di piantagione e rigide attenzioni di conservazione e confezionamento concedono in ultimo, ai pochi agricoltori votati all’ecocompatibilità, la corona delle pesche fra le pesche.
Dalla cornice del Garda agli olii del Mantegna
Da sempre le fioriture di pesco sono magnificate da poeti e pittori. Affascinati della rosacea purezza che pare irreale, nella cornice del Garda trovano materia perfetta per canti, tavole e tele.
Posando lo sguardo all’intenso blu del lago gli artisti immortalano, con i fiori di pesco, eterne primavere di rara bellezza.
E proprio dal Garda, dai terreni di origine fluvio-glaciale portati in omaggio alla sua formazione, i peschi sono debitori delle insuperabili condizioni per le loro crescita e benessere.
Solo qui le colline moreniche offrono uno strato di terra opulenta (non più di 40 centimetri) poggiata sugli antichi banchi di ghiaia e sabbia.
Una caratteristica quasi introvabile ai bisogni del pesco che, nella culla tra il Baldo e i rilievi del Garda, gode in più la benedizione di un clima sempre mite, raramente inferiore ai 10 gradi sottozero anche negli inverni più feroci. Un miracolo di perfezione naturale e botanica che, impossibile a riprodursi, fa di questi luoghi sintesi di prerogative inarrivabili.
Il resto è storia: dalla memoria collettiva ai rinascimentali quadri del Mantegna, la pesca è nel veronese come la figlia prediletta e lungamente amata, a ragione ambasciatrice di qualità italiana nel mondo. Orgoglio degli abitanti, rappresenta un’unicità da salvaguardare e portare ad esempio di perfezione della natura e dei doni del lago.
Infiniti benefici per la salute, perfetta per il benessere della pelle
Dall’Oriente attraverso l’antica Persia, con Alessandro Magno la pesca, pianta simbolo d’immortalità, ha conosciuto la rotta per Grecia e, a seguire, le italiche spiagge. Tanto ha viaggiato quel nobile frutto per raggiungere il Garda.
Qui anche i semplici fiori erano antico segreto di benessere. Le sue foglie un toccasana contro l’eccesso di zuccheri nel sangue. I bellissimi fiori, fatti essiccare in recipienti di vetro o porcellana, segreta cura per conciliare il riposo notturno e lenire problemi di stomaco. Ma è soprattutto il frutto del pesco a celare doti uniche.
La polposa e profumatissima pesca è un eccezionale concentrato d’idratazione ed energia. Perfette per assicurare l’equilibrio idrosalinico, le pesche riducono l’assorbimento di acidi grassi e colesterolo. Le vitamine B1, B2, PP, C e A, inoltre, con ferro, sodio, potassio e calcio, sposano capacità depurative che assicurano la salute dei tessuti, pelle e capelli.
Segreti rinvigorenti e natura ringiovanente, in un profumo che fa bene all’anima
I suoi principi curativi, che spaziano da proprietà antimicrobiche alla formazione e funzionalità immunitaria, trovano la migliore efficacia nel restituire alla pelle luminosità e benessere.
In VITÁLITAS Secretum Gardae ha affidato alla pesca l’azione fortificante. Accanto all’esclusivo effetto del postbiotico da Lactobacillus Ferment, infatti, abbiamo posto attenzione a quel tanto di perfezione che la natura ha da sempre riservato a questo frutto.
Il risultato è stato notevole. L’antica coltura del pesco gardesano, unita ad una rigorosa selezione, ha permesso l’estrazione di un eccellente concentrato dalle certificate pesche biologiche. E persino l’olfatto ne conferma il successo.
In VITÁLITAS il delicato profumo di pesca, leggero e gradevole, mai assillante o ponderoso, è risultato di lunga ricerca e attentissimo bilanciamento. L’aroma di quel meraviglioso frutto è merito in natura di terpeni alcolici, acido valerianico, caprilico e da acetaldeide: molecole positive che donano ancestrali e benefiche sensazioni di benessere. Qualcosa che Secretum Gardae si è fatto proposito di riprodurre a coronamento di un siero dai numerosi benefici. Un fresco soffio di brezza lacustre poggerà così sul vostro viso, come fiore di pesco al caldo sole d’Italia.